di Silvano Scavella,
presidente AN Recanati
Non
esiste luogo al mondo dove i Rom stiano meglio che nel nostro paese del ben
godi e dell’impunità . Anzi proprio perché li aiuta e si rende complice del
loro degrado, l’Italia è il paese della cuccagna. Almeno a giudicare dai fondi
stanziati e distribuiti alle comunità dei Rom sparse sul territorio nazionale,
a cui va sommata l’attività di volontariato delle associazioni cattoliche a
partire dalla storica Opera Nomadi. Eppure se solo volessero quei Rom potrebbero vivere da nababbi indisturbati
e, come essi stessi desiderano, separati dal resto del mondo. Invece,
nonostante gli sforzi dei Comuni per assicurare loro impianti idraulici ed
igienici, energia elettrica ed istruzione scolastica per i minori, il risultato
è che divelgono ogni struttura civile predisposta per la loro accoglienza. Si
spostano di qualche decina di chilometri e qualche altra amministrazione
compiacente li risovvenziona e loro ricominciano la devastazione. Non sono
vittime della nostra società, ma di loro stessi, non sono diventati zingari nel
nostro Paese, lo erano già prima, in Romania o altrove. Lo sperimentano in
prima linea, le comunità di italiani che abitano nei pressi dei loro accampamenti. Furti negli appartamenti,
rapimenti di minori, rapine, accattonaggio violento, stupri etc. senza contare
gli incendi di cui fanno le spese proprio gli stessi neonati abbandonati nelle
loro roulotte. Il guaio è che questi
nomadi sono per lo più anche clandestini e per tirare a campare, secondo la
loro mentalità, scelgono di rubare e delinquere, tanto in galera non vanno perché la nostra
giustizia è flaccida quanto la legge, non siamo capaci di espatriarli, ci fanno
pena e se non ci fanno pena siamo razzisti e xenofobi. L’Europa ci vieta di
bloccare o limitare gli ingressi dei
Rom. Bene. Però si dia un forte giro di vite alle regole italiane, senza
abbarbicarsi alla scusa dei loro costumi e delle loro usanze. Ha fatto bene il
nostro governo ad infischiarsene delle critiche in malafede dei vari Schulz (
il Kapò di buona memoria) o di qualche esponente del governo spagnolo ed ha
inserito nel decreto sicurezza, il reato di clandestinità. La facciamo facile ?
Può anche darsi, se però siamo arrivati a questo punto, i geni non abbondavano
certamente. La sicurezza senza la legalità non è un’illusione, è un incubo e
quando non ci si sente protetti in casa, quando si ha timore di prendere il
treno o l’autobus, quando si stringono i
propri bimbi al grembo perché non si ha più rispetto nemmeno per i più piccoli,
quando si ha disagio nel vivere una piazza cittadina, vuol dire che un problema
esiste. A forza di chiudere un occhio, anzi entrambi, l’Italia si è trasformata
in un porto franco. Lo Stato fino ad ora ha fallito perché ha ammesso eccezioni
alla legalità ed ha abolito le pene omettendo i giudizi. Poi ha cancellato
anche i pochi giudizi e le conseguenti pene con l’indulto quotidiano, una vera
catastrofe. Non c’è socialità che possa sostituire il valore della legge.
Parliamoci chiaro, se il grosso degli italiani a prescindere se di destra o di
sinistra, del nord o del sud, non si fidano dei Rom, allora vuol dire che non è
questione di pregiudizi, ma di giudizi. Preme sottolineare che non vogliamo
rinunciare alla nostra tradizionale ospitalità, ma ad una condizione ben
chiara: gli ospiti osservino attentamente leggi, codici e codicilli. Chi
sgarra, comunitario o non comunitario, paghi realmente secondo le leggi di
questo Paese.