Un vero e proprio assalto alla piazza ieri sera dalle 21 sino alle 24.
Tra la Torre del Borgo e l’ingresso della chiesa di San Domenico, fino sotto la statua del poeta, infilate in mezzo alle panche di cui nessuno è stato in grado fruirne, c’erano ben 48 auto, poste di traverso, in doppia fila, per lungo e per largo.
Increduli diversi turisti nel trovarsi di fronte un tale aberrante spettacolo di inciviltà.
E come se non bastasse lungo via Cavour le auto sostavano dalla Banca di Roma sino al Bar del Teatro (16 anche messe un po’ di traverso) con una fila anche sull’altro lato, dalla Libreria Riganelli al forno Prezioso (8), costringendo i pedoni a camminare in mezzo alla strada con le auto che sopraggiungevano. Tutti impunemente hanno fatto il proprio comodo.
Se questa è la città della poesia c’è veramente da vergognarsi.
In due ore in cui ci siamo trattenuti nell’area non è passato un vigile urbano, tantomeno si è vista l’ombra di una pattuglia dei carabinieri. C’era un assessore a passeggio, ma forse era “accecato” dallo splendore della città esaltato dalla giunta di cui fa parte.
L’importante in questa città è tagliare i nastri, ricevere alti papaveri, pensare al mattone, ma poco al rispetto ed alla vivibilità del centro storico.