di Massimiliano Politi
Provo a
scrivere anche io due parole sulle elezioni, visto che questo quotidiano è
forse l’unico a Recanati dove tutti hanno la possibilità di esprimere le loro
opinioni (naturalmente non scendendo all’insulto puro). Chiaramente non mi
occuperò degli altri, come piace fare a qualche responsabile di partito locale.
Premetto che ho sempre considerato le elezioni come un passaggio politico
(seppur importante) in cui si chiede di esprimere una propria preferenza. Per intenderci, non ci si va a sposare con
nessuno. Non si esce dalla cabina elettorale con la fede al dito. Penso anche
che sia un diritto non esprimere tale preferenza, ma se non la si esprime senza
usare la violenza come controparte, non glie ne importa niente a nessuno, anzi
ci si fanno quattro risate sopra. Per togliere ogni dubbio, penso che in Italia
l’uso della violenza sia semplicemente ridicolo, quindi non ho mai preso in
considerazione l’opzione del non voto. Detto questo, penso che la scomparsa
della sinistra dal parlamento non sia una cosa gravissima per quello che sarà
il futuro governo (che era abbastanza prevedibile), ma perché, oltre che dall'agenda
parlamentare, scomparirà dai mass media (quelli che in questo momento
indirizzano i cervelli delle masse) ogni tipo di dibattito su questioni care al
mondo della sinistra (intesa non come partiti, ma come moltitudine di persone
pensanti in un certo modo). Già li ho sentiti, nella ditta in cui lavoro, sono
usciti fuori allo scoperto. Operai, impiegati, dipendenti a tempo indeterminato
e precari, tutti indistintamente con gli stessi discorsi: "Finalmente, era
ora, la sinistra non romperà più: si potranno fare una marea di grandi
opere, il ponte sullo stretto, la TAV”, “la legge Biagi è giusta”,
“difendono chi si fa le canne”, “gli immigrati se ne devono andare tutti a
casa”, “che andassero a lavorare invece di fare le manifestazioni in piazza”,
“che poi sono tutti figli di mamma e papà e si fanno mantenere fino a 40 anni”,
“difendono pure gli omosessuali". Lascio a voi immaginare il resto... Vado
al dunque. Non sono d'accordo con chi dà enfasi alla diminuzione dei votanti
del 3,5%: l'affluenza alle urne delle elezioni precedenti è stata un fatto
record e quindi era più che normale un calo rispetto a quella percentuale.
L'80,4% di votanti è, in ogni caso, una percentuale altissima (basta tenere
conto che di solito alle amministrative vota dal 50 al 70% delle persone) e
dire che il calo è dovuto solo a persone che precedentemente avevano votato a
sinistra, significa ritenere la statistica un opinione e non una scienza. In
una situazione in cui era ora di contare le forze, ognuno avrà avuto il suo
personale motivo per non votare a sinistra, ma di fatto il risultato è solo
uno: il più epocale spostamento a destra della storia italiana, che
inevitabilmente andrà ad incidere in modo pesante su tutti gli italiani da qui
ai prossimi 5 anni (come minimo!!). Fortunatamente la maggior parte degli
italiani ne è entusiasta!!!E' proprio qui il punto. Non solo questo è il
fallimento della sinistra ormai ex parlamentare, ma anche di tutti quelli che
combattono contro un certo modello di vita. E' la sconfitta di tutte le associazioni,
centri sociali e, in generale, di tutte quelle roccaforti di Resistenza che
fino a Genova avevano combattuto insieme. Perché? Perché di fatto, nella
società italiana, non hanno spostato una paglia (come si dice dalle parti
nostre). Ogni gruppo, si è chiuso nel proprio settarismo, nella propria
autorefenzialità, nella difesa della propria purezza, per poter sbandierare al
mondo la propria coerenza, per poter gridare "io non sono un
venduto". A me tutto questo non interessa. Non m'interessa ormai da tempo
fare interminabili dibattiti sui grandi sistemi, sulla coerenza,
sull'autogestione al posto del parlamento, su quanto era bravo il
"Che" e mille altri discorsi, mentre at torno a noi la società va
dalla parte esattamente opposta. In sudamerica, c'è chi sta cambiando qualcosa
e lo fa governando dopo essere stato eletto da persone come noi che, oltre ad
eleggere qualcuno al governo, partecipano alla vita politica, occupandosi
personalmente sia di autorganizzazione di quartiere che di istituzioni nazionali
e locali. Secondo me, l'unica strada percorribile è questa .Qualcuno mi ha
chiesto: E tu cosa farai ora? Bella domanda. E' da qualche giorno che ci penso.
Per quanto riguarda il contesto nazionale, la situazione è abbastanza confusa
quindi, prima di ritirarmi in “ritiro ascetico”, aspetterò ancora un po’.
A
Recanati, invece, come in ogni contesto locale, si gioca la vera partita sul
futuro della sinistra. Penso che a Recanati, serva uno spirito nuovo: un
impegno, da parte di più persone possibile, nel far nascere un coordinamento in
cui tutti abbiano voglia di impegnarsi per la strada e a livello istituzionale.
In altre parole, bisognerebbe avere la voglia di lottare sia per cambiare la
cultura a lungo temine, sia per incidere anche minimamente a livello istituzionale
nel breve periodo (e quindi non far galoppare altri nella direzione opposta).
Serve gente nella società e in Consiglio Comunale, anche utilizzando alleanze
con chi riterremo in quel momento “vicini”. Ogni luogo è adatto alla battaglia,
l'importante è che sia fatta contemporaneamente su tutti i fronti. Tutti insieme,
con pari dignità e senza guardare il vicino dall'alto verso il basso. Per
questo, chiedo al neonato Coordinamento Sinistra Recanati di spalancare le
porte a tutti quelli che vorranno partecipare ed essere coinvolti nella
costruzione di un nuovo soggetto. Partiti (o quello che rimarrà di loro),
associazioni e, soprattutto, singoli cittadini con entusiasmo e voglia di
partecipare ad un processo nuovo, che parta veramente dal basso. Sono pazzo?
Sto dicendo cose vecchie? Forse. Ma qualcosa di diverso non mi interessa. Se
non potrà essere così, allora buona fortuna.....