Nota dei gruppi consiliari di centro sinistra
Ci risiamo. Non c’è alcun rispetto per i cittadini, nessun coinvolgimento democratico, nessuna considerazione per i consiglieri di minoranza (purtroppo a questo ci siamo abituati). Nel consiglio comunale di ieri sera si è impedito con la solita forzatura di maggioranza, organizzata dal Sindaco ( il direttore dell’orchestrina del Titanic), di discutere i punti relativi alla sede dell’Arci e al Semaforo Romitelli che il centrosinistra da tempo ha chiesto di sostituire con una rotatoria rallenta traffico. Il Sindaco, con la sua intelligente proposta all’inizio della seduta, ha cancellato metà seduta rinviando anche il punto sul Piano Particolareggiato del Rione Castelnuovo, rinvio peraltro che noi stessi avevamo richiesto per favorire una discussione che coinvolga i residenti del quartiere. Il colpo di teatro ha permesso al Sindaco di prendere i due classici piccioni con una fava: ha evitato che esplodessero i problemi interni alla maggioranza (Dc e An si erano dichiarati contrari alla discussione) guadagnando qualche giorno per trattare e tranquillizzare, ed ha impedito che si discutessero i temi proposti dalla minoranza. Un bel concetto di democrazia, di rispetto delle regole. Un bell’esempio, da citare ai giovani studenti che nelle prossime ore saranno nella sala del consiglio comunale per apprendere come funzionano le Istituzioni. Intanto le decine di giovani dell’Arci che affollavano il Comune possono aspettare. Sulla loro sede pende uno sfratto esecutivo, da mesi vengono presi in giro dall’amministrazione, ma il loro problema non va neppure discusso. Tutto rimandato, ieri sera non c’era tempo (il consiglio è durato poco più di un’ora!). Questo modo di fare, che non piace neppure ad alcuni consiglieri di maggioranza, è diventato una triste consuetudine. Noi consiglieri di minoranza, dopo la sceneggiata iniziata e la cancellazione dei punti sull’Arci e sul Semaforo Romitelli, siamo usciti dall’aula, lasciando che l’orchestrina del Titanic continuasse a suonare, da sola. Ma le stecche arrivavano fino in Piazza Leopardi. Che tristezza.