RECANATI - Due importanti progetti illuminazione vedono la loro prima accensione in questa settimana di fine ottobre. Due progetti che meritano di essere raccontati non solo per le soluzioni innovative adottate, votate al risparmio energetico e all’utilizzo di sorgenti di ultima generazione, ma anche e soprattutto per il ruolo “centrale” giocato dalla luce nei due diversi contesti di intervento.

Si inaugura il 27 ottobre alla presenza di Papa Benedetto XVI e in occasione della 25a Giornata di riflessione, dialogo e preghiera per la pace, la nuova luce per la Basilica di San Francesco e del Sacro convento di Assisi.

Realizzata con proiettori MaxiWoody e MiniWoody (design Mario Cucinella) la nuova illuminazione è stata studiata per esaltare i tratti più caratteristici del gotico italiano del complesso, per sottolineare l’immenso valore spirituale che i pellegrini cristiani di tutto il mondo da sempre gli attribuiscono e ridurre notevolmente i consumi energetici grazie ad una sapiente gestione dei flussi luminosi emessi dagli apparecchi.

“Un faro spirituale” per l’intera umanità: così padre Giuseppe Piemontese, custode del Sacro convento, ha definito il ruolo della magna Basilica, accesa contemporaneamente alle lampade consegnate al Santo Padre e agli 80 delegati presenti alla Giornata.

Brilla invece per le piccole vittime del crollo avvenuto nella scuola elementare di San Giuliano di Puglia quel tragico 31 ottobre del 2002, il “Parco della memoria”.

Fortemente voluto dalle locali istituzioni e da tutti i cittadini ancora oggi profondamente toccati dal lutto che colpì la cittadina molisana, il “Parco della Memoria” è un’opera d’arte a cielo aperto, realizzata dall’architetto Santo Marra con l’idea di trasformare lo spazio in cui sorgeva la scuola, in un luogo di commemorazione e ricordo,di meditazione tanto personale quanto sociale.

Il progetto di illuminazione, realizzato con uno speciale apparecchio a led, è assolutamente particolare: quasi mille “giunchi” luminosi abitano il parco, lo animano con i loro riflessi, con la sinuosità e la flessibilità della loro forma, in perfetta contrapposizione con la durezza, l’immobilità del cemento, crollato impietoso sotto le spinte del terremoto.

Una metafora per la città, e per quanti nel tempo la visiteranno, che si troveranno a riflettere sulle memorie preservate al centro del parco; sulla natura, incontenibile, inarrestabile che ha spazzato via la vita e le costruzioni dell’uomo moderno con un soffio; sulla necessità di mantenere vivo il ricordo del passato, per poter proteggere il futuro che tutti andremo ad abitare.

Emergono fra i filari di giunchi del Parco della Memoria, dei segni di luce, astratti sepolcri delle vittime cadute.

Con questi due preziosi interventi, iGuzzini conferma il valore comunicativo della luce che è sì tecnologia tanto quanto elemento conduttore di emozioni, in grado di amplificare significati e di proporne sempre nuove letture.