di Silvano Scavella, presidente AN Recanati

Cari concittadini recanatesi, credo sia giunto il momento di chiarire una volta per tutte i motivi che mi spingono  nell’insistere  a guardare “oltre la siepe” in merito alla situazione dell’assistenza sanitaria di questo territorio. Da recanatese, sono stato tra i primi ad aderire  a  titolo personale, al comitato di difesa del S.Lucia durante la beffarda vicenda della chiusura per ferie, del reparto di pediatria ed ostetricia nell’estate di due anni fa ed a sostenere  convintamene, intervenendo politicamente anche attraverso il sostegno dei consiglieri provinciali e regionali di Alleanza Nazionale, il Sindaco Corvatta, in ogni sua azione a difesa del nostro nosocomio che  rappresenta da sempre,  un pezzo inanielabile  di questa città. Rifuggo quindi da ogni pretestuosa polemica di voler cedere con disonore le armi per la difesa di ogni mattone di questa nostra struttura. Purtroppo, non stiamo parlando di beghe  borgatare, ma di un impari confronto con l’elefantiaca struttura sanitaria di una Regione centralista, impegnata a difendere perversamente le proprie corporazioni, le proprie clientele e gli  interessi di bottega di territori privilegiati, dove più forte è il consenso elettorale per la falange dei suoi capataz  al potere, a discapito di altri, dove la forza  creativa e propositiva delle idee e della libera  ragione, è punita e gettata nel pozzo dell’oblio. Bene fanno quindi gli attivissimi membri del  comitato pro ospedale, nel continuare a mobilitarsi e tenere alta la guardia  a difesa del S. Lucia. Ciò che ci distingue  non è quindi nel merito della questione che,  per entrambi, rappresenta la giusta difesa e la garanzia del diritto alla tutela della salute di tutti i nostri concittadini, bensì nel non prendere  nella dovuta considerazione ciò che realisticamente accadrà  nel prossimo futuro, quando cioè l’apparato statalista della Regione, sancirà definitivamente la sentenza di morte del S. Lucia, fino ad oggi rimandata ad arte nel tempo, con balle e menzogne in una commedia mal recitata e, naturalmente peggio accolta da noi tutti  che ci sentiamo ancor più presi per i fondelli. La solitaria battaglia ingaggiata da AN per questa comunità, va intesa quindi  come ineludibile ricerca di ogni possibile alternativa al niente, al vuoto cosmico, che si creerà per questa dimenticata comunità, quando ogni ipocrita promessa, cadrà in nome della ragion di stato. Una battaglia preventiva combattuta non per “gufare” contro il S.Lucia, ma  per essere protagonisti ed   evitare alla nostra comunità la  penalizzante onta di ritrovarsi  con una “banana in mano”, mentre altri, più scaltri,  filoni e molto più lungimiranti, si andranno a  godere il banchetto di nozze organizzato nel frattempo, sotto casa. Finchè i politici camuffati da suorine missionarie ed i  burocrati baciapantofole  dell’apparato regionale scriveranno e commenteranno sui giornali o sulla rete i nostri articoli chiedendoci di piantare di menarla con questo allarmante falso problema considerato provocatorio e controproducente, vorrà dire che sarà utile farlo. Smetteremo solo il giorno in cui, Regione e politici che la governano, avranno finalmente fatto, con “ buon senso”, qualcosa di concreto per questo territorio.  Non vogliamo illudervi dicendo che lo speriamo vivamente anche se sarebbe un’anomalia in una Regione dove è proprio il buono a fare senso. Possiamo solo garantirvi, cari concittadini, che abbiamo la testa dura. Dunque, continueremo su questa strada promettendoVi che questa sfida sulla sanità territoriale, sarà uno degli impegni cardine del nostro programma  elettorale per le ormai prossime amministrative della città.