RECANATI - La stagione delle nomine per la direzione delle aree vaste (non è passato inosservato che Marini direttore dell’Asur Civitanova-Recanati e dell’Area Vasta Macerata non è stato riconfermato), apre di fatto la stagione amministrativa che avrà come momento clou, la discussione e l’approvazione del Piano Sanitario che andrà in Consiglio Regionale entro settembre.
Si gioca ovviamente anche la partita del “S. Lucia” di Recanati. Il progetto della giunta prevede a Torrette l’unico centro delle alte specialità, un ospedale di eccellenza per ognuna delle aree vaste, capace di dare le risposte più adeguate alla popolazione, evitando cioè quello che accade oggi, con il massiccio tarsferimento di pazienti a Torrette.
Infine una serie di interventi sugli altri ospedali, con una progressiva trasformazione dei posti letto per acuti in eccesso, in posti per lungodegenza e riabilitazione, di cui si avverte forte necessità, anche alla luce dell’aspetto demografico che vede le Marche, tra le popolazioni più longeve.
E il S. Lucia”? Già nei giorni scorsi il consigliere comunale dell’UDC, Gabriele Garofolo, si era espresso per una sua chiusura e trasformazione in una struttura per anziani.
Più possibilista sul futuro dell’ospedale recanatese l’assessore regionale alla famiglia Luca Marconi che, da sindaco di Recanati a suo tempo aveva minacciato di incatenarsi ai cancelli dell’ospedale se la Regione glielo avesse chiuso ….
Intanto non riduce l’orario di apertura il punto di primo intervento come si paventava. I medici in servizio che si sono trasferiti sono stati rimpiazzati .
Anche Marconi punta sugli anziani e la lungodegenza ma assicura che resteranno medicina e chirurgia mentre desta preoccupazione la situazione del Dipartimento Materno Infantile che diventa a rischio mantenimento, non solo a Recanati ma anche nella stessa Civitanova. Per mantenere l’ostetricia servono 500 parti annui (Recanati è scesa a 480 nel 2010), e quindi rischia l’accorpamento a Civitanova se a fine anno non sfonda la quota imposta. Ma se si sommano i parti delle due unità, si rimane sotto la soglia dei 1000, e rimanere sotto questa quota porta anche alla chiusura di Civitanova.
Dunque l’ospedale “S. Lucia” si avvia a diventare una struttura geriatrico-riabillitativa con riduzione dei posti per acuti a vantaggio della lungodegenza con una medicina e chirurgia anche mirata a questo tipo di utenza. Ma c’è anche la questione di chirurgia a ciclo breve da affrontare visto che il servizio non è decollato a causa della scarsa collaboratività di Civitanova.
Ma preoccupa però in generale lo stato di Analisi e Radiologia con personale ridotto all’osso e servizi erogati al limite.