Di Massimiliano Grufi, Presidente Consiglio Comunale

RECANATI - La protesta degli enti locali per la manovra finanziaria che affossa i Comuni e le Province, attraverso tagli indiscriminati che potrebbero mettere in discussione i servizi, sale con il passare dei giorni e vede le maggiori sigle, Anci e Upi, organizzare iniziative sul territorio di natura trasversale, a dimostrazione del malcontento unanime sulle scelte di questo Governo.

Se tale sentire è condivisibile in linea generale, ritengo però che sia necessario fare un passo avanti, prendere atto della situazione, sperare in un futuro migliore anche dal punto di vista di chi ci governerà, ma cominciare a costruire un percorso diverso anche per la nostra realtà.

A tal proposito, il prossimo Consiglio Comunale si preoccuperà di decidere se vendere o meno le quote della farmacia comunale, naturalmente per esigenze di bilancio. E’ facile fare demagogia dicendo che si vendono i gioielli di famiglia; bisognerebbe prima conoscere lo stato del bilancio comunale e sapere che esso, come la stessa Corte dei Conti ha più volte sottolineato, è strutturalmente squilibrato: la spesa corrente è annualmente “coperta” da entrate di natura straordinaria e ciò in conseguenza di una uscita importante per le spese di ammortamento di mutui accesi negli anni precedenti, ma anche per operazioni avviate e mai chiuse (volumetria Paci a valle dello Stadio Tubaldi).

L’alienazione di alcuni beni diventa quindi indispensabile ma accanto a questa scelta l’amministrazione deve (e non può più rinviare) fare scelte difficili e coraggiose per rivedere completamente l’impostazione del proprio bilancio. Considerato che 2/3 del bilancio è vincolato per spese fisse (personale e contratti-convenzioni) sulle quali è inverosimile tagliare, è necessario azzerare i restanti 4-5 milioni di euro mettendo in discussione i capitoli di spesa e rifare il bilancio di previsione sulla base di scelte di carattere generale, salvaguardando esclusivamente i servizi sociali.

Questa azione comporterebbe non ritenere più “intoccabili” i diversi capitoli di spesa nell’interesse collettivo di una città che deve necessariamente pensare prioritariamente alle cose fondamentali per i cittadini. Una nuova impostazione che chieda ad ogni assessore che vanta capitoli di spesa di “abbandonare” la propria casacca e di indossare quella dell’amministrazione nel suo complesso. Serve insomma una responsabilità maggiore del passato e se vogliamo che la protesta giusta e legittima verso le istituzioni centrali non diventi ipocrisia è necessario che tale responsabilità parta proprio dalle realtà locali, compresa la nostra Recanati.