RECANATI - A Valdobbiadene sono state proclamate le opere finaliste della XXX edizione del Premio letterario Giovanni Comisso “Regione del Veneto – Città di Treviso” per le sezioni Narrativa e Biografia.

I finalisti della Sezione Narrativa sono:
Adrian N. Bravi Il riporto – Nottetempo (nella foto);
Viola Di Grado Settanta acrilico trenta lana – edizioni e/o;
Andrea Molesini Non tutti i bastardi sono di Vienna - Sellerio.

I finalisti della Sezione Biografia sono:
Lorenzo Della Chà Lorenzo Da Ponte Una vita fra musica e letteratura 1749 – 1838 – Il Polifilo;
Francesco Meli Il mio nome è Frank Sinatra. Una leggenda italo – americana – Arcipelago;
Gianpaolo Romanato Un italiano diverso. Giacomo Matteotti - Longanesi .

La Giuria Tecnica del Premio, che ha selezionato i finalisti tra le 108 opere pervenute alle selezione (84 per la narrativa e 24 per la biografia) di 59 case editrici, è presieduta da Sergio Perosa ed è composta da Fernando Bandini,Rolando Damiani, Silvia De Laude, Danilo Mainardi, Giancarlo Marinelli, Anna Modena, Nico Naldini, Giorgio Pullini, Olga Visentini e Francesco Zambon.
Le opere selezionate saranno inviate ai componenti la Grande Giuria (che per questa edizione sono 55), che voterà i vincitori nella finale di sabato 24 settembre a Palazzo dei Trecento a Treviso.

Il Premio è promosso dall’Associazione Amici di Giovanni Comisso presieduta da Neva Agnoletti ed è sostenuto da Regione del Veneto Provincia di Treviso, il Comune di Treviso, Camera di Commercio, Unindustria Treviso ed altri privati.
Tutte le 108 opere presentate al Premio sono donate alla Biblioteca Comunale di Treviso.

“Il riporto”. Arduino Gherarducci, discendente di una famiglia dai capelli riportati, chi su un lato della testa, chi al centro, non vede l’ora di diventare calvo per sperimentare il riporto alla Giulio Cesare, in avanti con la frangetta. Ma il riporto, di cui va fiero, ha grossi inconvenieti. Qualunque malintenzionato, qualunque spiffero, qualunque colpo d’aria può scoperchiarlo.Quando questo succede, però, Arduino decide di chiudere con la sua vita di studioso dei formati di scambio dei dati bibliografici e partire per la Lapponia. Si fermerà prima però la sua fuga, su una montagna delle Marche, dove la sua improvvisata vita da eremita ha un inatteso risvolto.