Una imprenditrice di Montelupone ha denunciato un istituto di credito di Recanati, di cui non è stato diffuso l’identificativo, per estorsione ed usura. Accuse gravi che sono ora al vaglio della magistratura dopo che il GIP ha respinto la proposta di archiviazione della Procura per la quale il reato di usura era prescritto mentre l’accusa di estorsione era da derubricarsi in esercizio arbitrario delle proprie ragioni.
Il Gip ha dunque accolto le tesi dell’avv. Daniele Bacalini che tutela l’imprenditrice dando altri sei mesi allo sviluppo di ulteriori indagini tese a verificare i termini dell’accordo tra banca ed imprenditrice, chi fosse incaricato nella banca al controllo dei tassi applicati. Inoltre la Procura della Repubblica dovrà ascoltare come persona informata dei fatti, il direttore della banca all’epoca, fino ad ascoltare anche il Cda della banca in caso di dichiarazioni non esaustive. E in questa fase la Procura potrà decidere anche se avvalersi di un perito cui affidare la parte d’indagine tecnico-contabile.
Il direttore dell’istituto di credito si è rivolto all’avv. Giancarlo Nascimbeni mentre la banca valuterà come muoversi in base agli sviluppi dell’inchiesta.
Secondo la Procura il reato di usura sarebbe limitato agli ultimi mesi del 1999 e prescritto nel 2005. L’imprenditrice invece sostiene che tale pratica è durata sino al 2004. da qui la necessità di un supplemento d’indagine.