Geri Shaktu presentava un quadro clinico caratteristico della meningite: febbre molto alta, mal di testa e, poi, via via, esantemi e agitazione psicomotoria. Ben presto la situazione è precipitata ed è morto.
L’ospedale sta effettuando le analisi di emocoltura batterica per avere la conferma che la causa sia stata la meningite ed intanto ha sottoposto a profilassi tutto il personale che è venuto a contatto col ragazzo. La stessa cosa sta facendo il servizio di igiene pubblica dell’ Asl di Torino, la citta dove Geri abitava, con i compagni di squadra, i familiari e gli amici della vittima.
Il
giovane albanese, cresciuto nelle giovanili della Recanatese, era un calciatore
dal sicuro avvenire, dicono all’ Ivrea Calcio, e il direttore generale della
società, Stefano Braghin, afferma: «Prima che un professionista, era un ragazzo
serio. Lo ricordiamo tutti con affetto e siamo vicini alla famiglia». Il mese
scorso, aveva effettuato un provino per la Primavera del Torino Calcio e sembra
che l’esito fosse stato positivo, come ha detto il procuratore del giovane,
Tommaso Guelpi, un amico di famiglia che da un anno cura gli interessi sportivi
del ragazzo.
La famiglia Shatku, in Italia dal 1997, per nove anni ha abitato a Recanati poi
si è trasferta nella periferia est di Torino, in Lungo Stura Lazio, all’interno
di un capannone presso un’azienda di trasporti dove il padre lavora come
custode. Il fratello più grande, in questi giorni, si trova a New York per
studi.
Domenica l'Ivrea affronterà in una sfida delicatissima il Calcio Caravaggio. Ancora sconvolti dal dolore e dallo schock, i giocatori ricorderanno il portiere della Berretti scomparso mercoledì a causa di una forma fulminante di meningite. Su ognuna delle maglie degli arancioni che scenderanno in campo sarà infatti stampato il nome di Geri.
Anche la Recanatese, società che ha formato Geri, ricorderà il giovane con il lutto al braccio nella trasferta di Morro d'Oro.
Inoltre la Lega Calcio ha autorizzato Ivrea e Recanatese ad effettuare un minuto di silenzio.