RECANATI - Tra alcuni giorni tre religiosi riprenderanno possesso del convento dei Cappuccini a Montemorello che era stato chiuso da 2 anni. Come ha sottolineato il sindaco Fiordono “la città si riappropria di una pagina della sua storia ed il quartiere tornerà a rianimarsi intorno ad uno dei suoi simboli”. Il grande immobile per diverso tempo era stato in predicato addirittura di essere venduto.

Uno dei tre frati che tornereanno è lo studioso padre Floriano Grimaldi. Insieme a lui i giovani fra Alessandro Tesei e fra Francesco Pettinelli.

La presenza dei frati consentirà anche di riaprire la chiesa annessa ricca di importanti opere d’arte tra cui la famosa “Madonna dell’Insalata” che il Patrizi attribuisce al Caravaggio. Non meno importnate sarà il possibile rifiorire delle attività del Circolo San Francesco che per decenni aveva animato la vita sociale del rione.

E già qualche segnale del ritorno dei religiosi si avrà dal 20 agosto quando la struttura ospiterà un gruppo di etiopi proveniente dalla regione del Wolaita dove le missioni estere dei frati cappuccini operano da decenni, come nel Benin.

Le missioni estere dei cappuccini avevano ogni anno un momento di aggregazione proprio a Recanati con il raduno dei benefattori e dei volontari. Una grande festa che coinvolgeva tutto il rione e che con la chiusura del convento siera trasferito a Loreto ma senza la stessa atmosfera coinvolgente che Montemorello sapeva dare.

E allora con la riapertura, il raduno tornerà a Recanati  domenica 4 settembre riprendendo uno schema consolidato. Raduno che sarà preceduto da una serata di canti e danze etiopi nella serata di venerdì 2, mentre sabato 3 padre Raniero Cantalamessa, predicatore del Papa, terrà nell’Aula Magna del comune una conferenza sulla missionee l’Eucarestia nell’ambito del Convegno Nazionale Eucaristico di Ancona.

Festa grande poi il 4 per salutare il ritorno dei Cappuccini e per il raduno dei benefattori e di quanto sono impegnati, frati e volontari, in Etiopia e Benin.

E non mancheranno le mitiche “tagliatelle montemorellesi” che hanno fatto delle donne del rione un mito.