RECANATI -L’azienda è decisa a rimanere radicata nel territorio, a salvaguardare fin quando è possibile l’occupazione e a mettere in campo tutti gli strumenti per uscire dalla situazione di crisi. Può essere riassunto in questi tre concetti l’esito del’incontro tra sindacati e i vertici della Teuco tenutosi nei giorni scorsi e oggetto di un’assemblea dei lavoratori l'altro ieri. Il confronto segue l’accordo firmato due mesi fa in Regione per l’intervento della cassa integrazione straordinaria di 370 lavoratori. L’intesa costituiva l’ultimo atto di una tormentata fase di crisi che si prolunga da qualche anno e che in precedenza si è concretizzata con la cassa integrazione, l’accettazione di contratti di solidarietà e la procedura di mobilità per 60 dipendenti.
L’accordo del primo giugno prevede, come detto, la cassa integrazione straordinaria per dodici mesi per 370 dipendenti 270 dei quali a rotazione. A inizio dell’anno prossimo per 60 dipendenti considerati esuberi è previsto il pensionamento per chi avrà maturato la pensione durante la cassa integrazione o la messa in mobilità sulla base del principio di non opposizione. Per facilitare un’uscita morbida nell’accordo sono previsti incentivi crescenti per chi maturerà la pensione entro il 2012, 2013 e 2014.
Per contro, l’azienda si impegna a elaborare un piano di rilancio industriale che prevede il riposizionamento del marchio, un impulso al processo di internazionalizzazione attraverso l’organizzazione di nuove reti commerciali sui mercati emergenti dell’Asia dell’Est Europa e nell’intero continente americano e in Medioriente.
Stando all’incontro con sindacati dei giorni scorsi, l’azienda ha confermato la ferma volontà di restare sul mercato, avendo colto alcuni segnali positivi provenienti soprattutto dal mercato internazionale. Insomma, l’azienda è viva e ha potenzialità, sebbene sconti le difficoltà derivanti di una profondissima crisi del mercato interno finora bacino prevalente dell’azienda.
Nell’assemblea (la trattativa per l’accordo di giungo è stata condotta dalla Rsu aziendale e dai sindacati di categoria di Cgil e Cisl) è stata giudicato importante il segnale dato dall’azienda di voler rimanere radicata nel territorio e di continuare a ricercare forme concertate per uscire dalla crisi. Alle obiezioni sollevate sui livelli delle incentivazioni perla mobilità, è stato risposto che l’intesa di giugno ha richiesto uno sforzo a tutti i lavoratori, ma ha evitato che dipendenti uscissero dal mercato del lavoro senza coperture contributive per la pensione.