RECANATI - Ridurre i compensi degli amministratori pubblici dell’Astea? Non ce n’è bisogno. E’ in sintesi la replica della multiutility alle tante polemiche (ad Osimo sollevate dal PD, a Recanati dal PdL), che aveva chiesto di ridurre il costo del Cda per dare un segnale ai cittadini in difficoltà economica.mengoni

Il presidente Astea Giancarlo Mengoni difende i compensi degli amministratori.

Le cifre degli aumenti erano state pubblicate sulla stampa locale e confermate dall’Astea, la questione è al dibattito dei Comuni di Recanati e Porto Recanati attraverso due mozioni per la riduzione dei compensi:  a Recanati è già stata discussa il 18 luglio, mentre a Porto Recanati è all'odg per il 28.

Anche l’Astea ha diramato un comunicato molto duro nel quale auspica “da parte di forze politiche che si vogliono definire responsabili, proposte concrete e non sterili polemiche”.

Secondo l’Astea infatti rispetto al passato il costo del Cda non sarebbe aumentato. I 48mila euro annui del presidente Giancarlo Mengoni “comprendono i 18mila di indennizzo come amministratore delegato. L’Astea ricorda che nel 2003, quando ci fu la fusione tra Aspea di Osimo e Ast di Recanati, il presidente percepiva 41.500 euro, mentre oggi ne prende 40mila, e l'a.d. ne prendeva 80.000 lordi annui mentre oggi, sempre Mengoni, ne prende 18mila.

Ai consiglieri d’amministrazione già allora era stato riconosciuto, stando alla nota Astea, un compenso di 11mila euro, come oggi. E se nel frattempo era stato abbassato a 7.500 era per spalmare i costi visto l’aumento dei consiglieri da 5 a 8. Ora, dicono, col ritorno del cda a 5, il compenso è tornato quello del 2003. L’aumento reale più evidente è semmai quello del vicepresidente che allora percepiva 13mila euro, oggi 24.500.