Alcuni componenti del Cda del Centro Nazionale Studi Leopardiani stanno valutando di tutelarsi legalmente per il danno d’immagine arrecato dalle recenti polemiche sul bilancio di previsione appena approvato. A innescarle, ricordiamo, due revisori dei conti dimissionari (Sergio Refi e Guido De Nicola) che contestavano le voci di entrata, poi riprese dal Comune, socio del Centro, che ha evidenziato in una dura nota una forte preoccupazione.

“Che ci fosse incertezza nelle entrate è un dato ormai assodato – replica il presidente del Cnsl Fabio Corvatta – visto che dal 2008 sono venute meno le entrate straordinarie dello Stato e dal secondo semestre quelle proprio del Comune”.

Si dice sorpreso dunque di una polemica “nata sul nulla”, considerato che “a fronte di serie difficoltà a reperire fondi, siamo riusciti a garantire ugualmente attività di spessore per 750 mila euro in tre anni contando sulle uniche entrate certe dal ministero per 60 mila euro. La rimanenza l’abbiamo garantita, per coprire i costi di gestione, attraverso contributi da privati, da enti come Provincia e Regione e dalle fondazioni bancarie. L’unico ente che non ci ha dato un euro è proprio il Comune”.

Poi Corvatta rammenta l’iter di approvazione del bilancio, che prima passa per un parere in assemblea dei soci, in cui l’amministrazione si è astenuta e poi all’adozione nel Cda, che è stata all’unanimità, quindi “con il voto favorevole del Comune”.

Solo a questo punto il documento contabile arriva ai revisori che in 15 giorni predispongono una relazione da allegare al ministero.

“Sono i sindaci del collegio, appena nominati – fa notare Corvatta – ad essere titolati, non i dimissionari. Intanto per uscire dalle difficoltà finanziarie stiamo lavorando per fare entrare tra i soci anche la Regione”.

Ma proprio ieri sera il vice sindaco Bravi ha anticipato una nuova presa di posizione del comune proprio su questo voto favorevole "che non c'è stato!" ha commentato sorpreso l'assessore al bilancio del comune che partecipava a quella riunione.