Da tempo segnaliamo, come spesso i nostri lettori ci fanno rilevare, lo stato del Giardino delle Parole Interrotte, dedicato alle vittime della repressione della giunta militare argentina, e nella fattispecie a filgi “desaparecidos” della scultrice recanatese Adelaide Gigli.

Tra le cartacce, lattine, involucri di plastica, bottiglie che incivili frequentatori lasciano, ora spuntano anche le croci, il cui utilizzo rimane inspiegabile. Che si vanno ad aggiungere ai lampioni spaccati, contenitori dell’immondizia spaccati, rami di alberi rotti, barriere abbattute per far entrare moto e auto fin nel piazzale, mattoni dei muretti rimossi,  etc..

Un parco che in molti vorrebbero poter tornare a frequentare ma che ultimamente è diventato ricettacolo del peggio.

Si pensava che con la fine delle scuole cessasse il malcostume (il parco era il "tempio" delle salate con relativo lambrusco e salame alle prime ore del mattino), ma così non è stato, e poi quelle croci ….

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