Nota del Comune
Magistrale serata all'Auditorium del Centro Mondiale della Poesia e della Cultura "G. Leopardi" con il concerto "La musica che manca, la musica come educazione permanente" nell'ambito della rassegna "Itinerari d'ascolto", progetto "Terra di Teatri Festival" promossa dalla Provincia di Macerata in collaborazione con il Comune di Recanati.
I cinque incontri con la musica contemporanea a cura di Fabrizio Ottaviucci hanno visto oltre al "tour" di Recanati, la collaborazione dei Comuni di Camerino, Corridonia, Pioraco e Tolentino, "location" ideali , oltre a coinvolgere Istituti musicali, Scuole di Musica, Associazioni Turistiche, Conservatori e Circoli di Lettura e Conversazione.
L'ensemble da camera degli allievi della Civica Scuola di Musica Beniamino Gigli di Recanati ed il Conservatorio G. B. Pergolesi di Fermo coordinati dal M° Luisa Curiga hanno eseguito nella serata leopardiana musica minimalista.
Il minimalismo, é una corrente artistica nata e sviluppatasi negli Stati Uniti d'America nei primi anni sessanta. Il termine venne usato per la prima volta dal filosofo dell'arte inglese Richard Wollheim nel saggio intitolato appunto Minimal Art. Non vi é stato un gruppo di artisti che ha definito il proprio lavoro con questo termine o che si é riconosciuto come appartenente a questa corrente. Il termine si é quindi diffuso per mezzo dei critici d'arte e della stampa ed interpretato come una reazione contro l'astrattismo ed un ponte verso l'arte post-moderna. Nel campo musicale si é caratterizzato per un tessuto scarno, fatto di pochissimi elementi. E' la ricerca dell'estetica e del suono a essere messa in primo piano. La musica minimalista rinuncia ai cambiamenti per entrare in una spirale di ripetitività, di analisi dell'attimo inteso come massimizzazione di elementi e che ha in Alva Noto e Ryuichi Sakamoto due tra i massimi rappresentanti a livello mondiale.
Ed un tangibile segno, una "performance" di questa particolare musica si é avuta nel corso della serata leopardiana.
Il concerto si é aperto con "Piece in the shape of a square" di Philip Glass con Claudia Piccinini e Claudia Sartori ai flauti, quindi i giovani pianisti Paolo Senesi e Mario Mangiapia sempre di P. Glass hanno eseguito rispettivamente "Modern Lowe Waltz" e "Opening".
Diretti da Gianpaolo Antongirolami , 10 flauti hanno eseguito "Vermont Counterpoint" di Steve Reich dando un saggio della loro professionalità e del livello raggiunto e che ha avuto "In C" per ensemble di Terry Riley, con flauti, pianoforte, sassosfono, violini , violoncelli e basso elettrico, 28 elementi in totale, la sua apoteosi finale con il tributo degli spettatori presenti alla magica serata all'ascolto di un genere musicale che consente la cristallizzazione degli elementi attraverso "l'imprimitura di svuotamento": meno elementi da codificare ed elaborare per una maggiore memorizzazione, dando una risposta alla realtà elettronica che ci circonda, cercando la purezza attraverso la sua struttura chiara e definita.
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