Di Sabrina Bertini, coordinatrice PdL Recanati

L’analisi del voto espresso dai recanatesi mostra alcuni dati che i primi commenti a caldo non avevano a mio avviso messo sufficientemente in luce.

Innanzitutto la bassissima affluenza alle urne pone problemi di scarsa affezione alla politica di cui tutti i partiti debbono prendere atto in quanto rappresentare meno del 50% dell’elettorato è comunque una sconfitta per ogni movimento politico.

In secondo luogo anche i partiti che governano la città non sono usciti così bene dalla consultazione come vorrebbero far intendere: se consideriamo che il PD nel 2009 era all’opposizione e non poteva contare sulla visibilità che ha oggi, ampliata da una continua presenza sui mass media e da iniziative di propaganda elettorale( ad esempio i bonus bebè durante le elezioni, i soliti poster celebrativi, inaugurazioni, manifestazioni e quant’altro) la perdita, rispetto a due anni fa, di quasi 300 voti nel collegio I e poco meno di 400 nel collegio II nella prima tornata significa che il partito ha fatto meglio quando stava all’opposizione rispetto ad oggi che amministra.Bertini_Sabrina_manif

Così come i voti persi dall’UDC, che a Recanati conta oggi n. 2 assessori oltre che il Presidente del Consiglio Comunale, nonché l’appoggio di un assessore regionale, sta ad indicare che l’accordo con la sinistra, prima in Regione ed ora in Provincia, con il volta faccia di Pettinari che da vice presidente con Capponi è diventato il candidato dello schieramento avverso, non è piaciuto al suo elettorato.

Anche il PDL ha avuto meno consensi al primo turno rispetto al 2009, mentre al ballottaggio, anche considerando il peso delle liste minori, i 2981 voti ottenuti da Capponi, pari al 37%, sono un buon risultato per un partito che ha corso sostanzialmente da solo.

Sul versante opposto, infatti, nel 60% dei voti presi da Pettinari, debbono comprendersi i voti non solo del PD ma anche dell’UDC, della SEL e di altre liste che anche nel primo turno avevano fatto registrare percentuali consistenti.

Questi i numeri.

Ora, lo scenario politico che rimane dopo queste elezioni è che oggi nella nostra città il PDL è l’unico partito che rappresenta il centro destra, che è rimasto fedele ai principi della dignità della persona, della centralità della famiglia, della responsabilità, della legalità, della solidarietà, l’unico partito nel quale possono trovare risposte i moderati delusi da un polo di centro che si professa alternativo al bipolarismo ma che si è fatto inglobare da un centro sinistra che è più sinistra che centro.

Non sarà un compito facile in un momento in cui la consultazione è stata su Berlusconi piuttosto che sulle idee ed i programmi, in una situazione in cui da tempo le strutture centrali del partito sono assenti (in periferia non arrivano fondi, non ci sono risorse per iniziative, convegni, giornate di studio), in tempi in cui il clamore delle polemiche politiche rende difficile far circolare messaggi chiari e positivi agli elettori e ai simpatizzanti.

A Recanati il PDL è rappresentato da uomini e donne che anche stando all’opposizione lavorano con serietà, preparazione, onestà, che sono pronti a confrontarsi con quanti vogliono dalla politica risposte piuttosto che esperimenti, che ritengono la coerenza un valore aggiunto. Un punto di partenza ed un progetto su cui lavorare.