di Claudio Stura, coordinatore SEL Recanati

Sinistra Ecologia Libertà di Recanati ringrazia i cittadini per il consenso alla nostra lista e al Presidente Francesco Acquaroli; a Recanati SEL ottiene una percentuale superiore a quella provinciale: il 5.4% nel Comune, oltre il 6% a Recanati 1 (con punte vicine al 10% in alcuni seggi), il 4.7% a Recanati 2, collegio tradizionalmente debole per la sinistra. Sono dati molto soddisfacenti che premiano la scelta di candidare due figure femminili nuove nel panorama politico locale. Buono anche il risultato del candidato Presidente Acquaroli che a Recanati 1 supera l’11% dei consensi.

L’esito del voto ci stimola a procedere nella costruzione di un circolo di SEL a Recanati, ma ci fa anche riflettere sulla forte disaffezione mostrata dai recanatesi verso questa tornata elettorale: i votanti non raggiungono il 50% (anche meno del già basso 56% provinciale), il totale dei voti validi attribuiti ai candidati Presidenti non raggiunge i 9.000 (su quasi 19.000 elettori), appena il 46%. Un segnale chiaro di distacco, da collegare certamente alla troppa similitudine tra i due candidati principali, Pettinari e Capponi. Un avvertimento soprattutto per le forze del centrosinistra (in particolare per il PD) che fanno della partecipazione il proprio obiettivo; il PD è di gran lunga il primo partito della città (l’astensionismo pare penalizzare soprattutto il centrodestra), e dal voto esce una importante conferma per l’azione dell’amministrazione comunale: ma, a lungo andare, continuando a costruire alleanze anomale, innaturali e calate dall’alto, il popolo del centrosinistra si allontanerà sempre più dalla politica; sono scelte di corto respiro, che possono pagare nell’immediato, ma mostrano la corda nel medio periodo.

Il voto di Milano, Torino e Bologna attesta che un’altra strada è possibile: dove il centrosinistra si presenta unito, con una offerta politica credibile, costruita attraverso elezioni primarie, o vince al primo turno o ottiene risultati lusinghieri ed inattesi; l’esito della consultazione in queste grandi città, ed anche il disinteresse verso le nostre provinciali, fanno giustizia in modo chiaro e definitivo di ogni pretesa di autosufficienza del Partito Democratico: il centrosinistra, o è unito e plurale, o non è, non attrae, non mobilita, non riesce a costruire dal basso una proposta di governo in grado di coinvolgere ed entusiasmare il proprio popolo.

Cosa farà SEL al ballottaggio? La cosa certa è che SEL sarà in Provincia una forza di opposizione, anche in caso di vittoria di Pettinari, perché consideriamo sbagliata questa alleanza e non abbiamo condiviso il percorso seguito per costruirla. Da questo voto amministrativo, che Berlusconi ha voluto trasformare in un test nazionale e in una specie di referendum sul governo e su lui stesso, esce però un dato inequivocabile: la netta sconfitta del centrodestra. E’ probabile quindi che l’elettorato di SEL, indipendentemente dalle indicazioni di voto, vorrà in prevalenza partecipare a quella che potrebbe essere la fine del berlusconismo, sostenendo il candidato del centrosinistra.