Presenti il sindaco Fiordomo e l’assessore ai servizi sociali Massaccesi, la commissione sanità si è riunita direttamente all’ospedale “S. Lucia” per un incontro tecnico che la presidente, Antonella Mariani, aveva indicato come secondo appuntamento della “road map” per arrivare ad avere un quadro completo della situazione per elaborare una strategia in difesa del mantenimento dei servizi e il loro potenziamento.
Alcuni giorni fa l’incontro con Marini, direttore della Zona 8, oggi pomeriggio quello con chi al “S. Lucia” ci lavora e ne conosce i contorni.
Appena passata la fase elettorale, ha anticipato il sindaco Fiordomo, ci sarà un terzo momento, quello più importante del percorso avviato dall’amministrazione comunale, l’incontro del presidente della commissione regionale sanita, Comi, anche lui per un vertice commissione comunale e operatori. Poi da giugno la regione inizierà a discutere del piano.
E quel confronto Recanati dovrà avere chiaro cosa chiedere in funzione del piano sanitario di riordino del sistema ospedaliero e su consa non cedere di un millimento, ponendo poi in chiaro che tra Recanati e Civitanova non potranno essere discriminazioni a sfavore del nosocomio leopardiano, altrimenti Recanati valuterà altri percorsi, ed in questa direzione un momito a Marini il sindaco gli lo ha formalizzato nel primo incontro.
All’incontro sono intervenuti il dott. Frapiccini (medicina), Elisei (Punto Primo Intervento), Bartolotta, Ruffini pediatria), Mattei (ostetricia), Morelli (chirurgia), Marzola (anestesia-rianimazione), Bartolucci (radiologia), nell'ordine anche nelle foto.
Ognuno ha portato il quadro delle eccellenze del proprio reparto e le criticità su cui intervenire.
Interventi anche accorati come quello di Bartolotta, primario di pediatria, che non ha nascosto di avere scelto Recanati perchè un esempio nazionale con il suo dipartimento materno infantile a misura di bambino pur avendo vinto concorsi a Roma e Siracusa, oppure quello emotivo di Morelli che ha annunciato la sua uscita di scena a settembre perchè manca un progetto certo che non lo costringa a fare il notaio in sala chirurgica ma gli interessi del paziente.
La dott.ssa Mattei ha rivelato che se i parti nel 2010 sono stati 487 (13 sotto la soglia che decreterebbe la chiusura), sono state tantissime le donne che per problemi seri sono state gestite efficacemente dalla struttura per poter essere avviate al parto in ospedali con reparti di terzo livello. Quindi una divisione neonatale non solo deputata al parto ma anche a fronteggiare emergenze. Sul dipartimento Bartolotta è stato perentorio circa la sua conferma a Recanati dove l’Unesco ha individuato una delle 17 sedi italiane di ospedale che ha bandito il latte in polvere, favorito l’allattamento al seno, proiettato la donna a riscoprire il parto naturale.
Il dibattito sul materno infantile si è poi incanalato sulle soluzioni per aggiare la legge Fazio che sancirebbe per Recanati la chiusura.
Frapiccini ha auspicato l’attivazione reale dell’area della lungodegenza in modo da gestire le acuzie prima in reparto e traferire poi nella struttura il paziente. Il medico ha anche sollecitato l’hospice per far trovare una degna accoglienza al malato neoplastico.
Non è nemmeno pensabile chiudere il Punto di Primo Intervento (14.500 prestazioni), ha sostenuto Elisei anche se non ha nascosto qualche anomalia rispetto ad altri punti. Sulle prestazioni è stato evidenziato che sono tante perchè dietro c’è una struttura ospedale e questo è un valore aggiunto che non va disperso.
Dopo la “sortita” di Galassi sullo stato degli apparati di radiologia, il dott. Bartolucci ha rassicurato circa la qualità del servizio e che quindi il cittadino può rivolgersi alla struttura con fiducia. Semmai è la questione della carenza di personale a mettere in difficoltà il reparto.
Sulla chirurgia è stata riaffermato il fatto che Marini per la chirurgia a ciclo breve deve deve rispettare i tempi e fare in modo che gli interventi si svolgano realmente a Recanati e non a Civitanova. Ma anche che si avvi una sinergia con le varie specializzazioni per interventi si varia tipologia.
Molti altri gli spunti di dibattito (poliambulatorio, laboratorio analisi, dialisi, terapia del dolore, trasfusionale).