“Alluvione, ne vogliamo parlare?”. sarà il tema dell'incontro pubblico organizzato per venerdì al circolo Acli Chiarino di Recanati da un gruppo di abitanti e imprenditori residenti o con insediamenti lungo il Potenza seriamente danneggiati dall’esondazione del fiune.
All’incontro sono stati invitati a partecipare la Regione, la Provincia e i candidati alla presidenza.
Sono una decina le aziende dei Comuni di Potenza Picena, Recanati, Porto Recanati e Montelupone che denunciano il blocco della produzione a causa degli allagamenti.
Una di queste è la C.I Stampi di Carlo Sampaolo che ha indirizzato agli organi d’informazione una nota:
“Vorrei portare in risalto il disagio che sta attraversando la mia azienda –scrive Carlo Sampaolo-, la C.I STAMPI srl (10 dipendenti) causa l’allagamento avvenuto l’1 e 2 marzo. Sono trascorsi due mesi dal tanto blasonato pronto intervento da parte delle associazioni di categoria e istituzioni politiche a sostegno delle imprese e non si è visto nessun risultato. Per il sistema bancario la mia azienda ha difficoltà a stare sul mercato e ha problemi di commessi. Bugie, nel loro terminale non appare ancora la voce “acqua”. Questo sta a significare quanto è distante il concetto politico dalla realtà economica. Causa l’alluvione e non avendo certezze della data di ripresa dell’attività la CI Stampi (produciamo stampi in acciaio per materie plastiche) nei giorni successi all’evento ha dovuto disdire 350mila euro di commesse. Una macchina di ultima generazione costata 2,5 milioni di euro è stata inondata da 70 cm d’acqua. Grazie alla volontà e competenza tecnica di tutti i componenti dell’azienda , con l’aiuto di tecnici di zona, siamo riusciti dopo due mesi a mettere in funzione circa l’80% dei macchinari con una spesa inferiore ai 100mila euro. Grazie alla nostra serietà e competenza tecnica la settimana scorsa abbiamo immagazzinato circa 300mila euro di ordini da consegnare entro la fine di luglio. A questo punto l’azienda è rimasta senza liquidità! Abbiamo perso due mesi di fatturato e lavoro (circa 130mila euro). Se entro 5-6 giorni non ci saranno prese di posizione vere da parte del sistema politico e amministrativo dovrò di nuovo disdire le commesse acquisite. E per noi significherà la fine. Chiedo ai politici di prendere in considerazione la mia situazione e consentirmi di mandare avanti l’attività. Chiedo fatti e non solo parole”.
Ma anche da Sambucheto si levano richieste di aiuto.
“Com’è noto, nella notte tra l’1 e il 2 marzo scorsi, a seguito delle abbondanti piogge delle ore precedenti, poche centinaia di metri a monte del ponte di Sambucheto, in un punto già seriamente danneggiato, si è completata la rottura dell’argine sinistro del Potenza; acqua e fango hanno invaso i terreni e le case sul lato sinistro del fiume fino al ponte, che come un tappo ha bloccato l’ulteriore deflusso dell’acqua, che in alcuni punti ha sfiorato i 2 metri di altezza. Numerose auto e tutto ciò che si trovava al piano terra degli edifici allagati ha subito danni gravi o irreparabili, per i quali un eventuale risarcimento sembra al momento assai incerto. Il Comitato “Sambucheto per fiume Potenza”, nato per tutelare gli interessi delle famiglie colpite dall’alluvione, chiede ai candidati alla carica di Presidente della Provincia di Macerata un preciso impegno pubblico affinché mettano in atto tutti provvedimenti necessari a prevenire il ripetersi di esondazioni come quella di quest’anno, che fa seguito a quelle avvenute nel 1998 e nel 1999.
Allarmati dal ripetersi di eventi atmosferici un tempo definiti eccezionali, ma che ormai si susseguono con troppa frequenza, i cittadini di Piane Potenza e di via Tasso a Sambucheto di Montecassiano chiedono a chi sarà eletto Presidente della Provincia di accelerare l’iter per il ripristino degli argini del Potenza nei punti danneggiati, garantendo che i lavori più urgenti vengano completati entro l’estate (periodo in cui le condizioni meteorologiche lo consentono) e prima che ulteriori piogge “eccezionali” rendano necessari interventi di emergenza tardivi e ben più costosi. E’ importante sottolineare che se la Provincia avesse dato seguito alle segnalazioni del mese di giugno 2010, relative alla fragilità e ai danni già evidenti dell’argine che ha poi ceduto, sarebbe stato possibile prevenire l’ultima esondazione, o almeno ridurne gli effetti.
Gli alluvionati chiedono inoltre ai candidati l’impegno – una volta completati in pochissimi mesi gli interventi “tampone” – a mettere in atto gli interventi strutturali più idonei per la corretta manutenzione dell’asta fluviale, compreso l’abbassamento del letto del fiume (ora molto più elevato che nei decenni passati) e l’innalzamento e il consolidamento degli argini (che almeno nei punti dove maggiore è la forza erosiva dell’acqua non possono essere costituiti soltanto da terra di riporto, che viene facilmente rimossa, ma vanno adeguatamente rinforzati). A tale scopo, sarà necessario uno sforzo sia per agire sull’eventuale modifica di normative che impediscono interventi efficaci (come l’irragionevole divieto di effettuare qualsiasi prelievo di ghiaia dal letto dei fiumi, anche in forma limitata e non lesiva dell’equilibrio ecologico ed orografico) sia per reperire le risorse economiche necessarie”.