Nota dell’assessore all’urbanistica Giacomo Galassi

Il Consiglio Comunale di martedì, oltre a dare il primo via libera alla realizzazione del grande parcheggio a servizio del centro storico e alla riqualificazione di tutta l’area a valle del palazzo comunale, segnerà la nascita di una vera e propria “cittadella dello sport”.

A pochi metri dal Palazzetto dello Sport nascerà un nuovo campo da calcio in sintetico servito da nuove strade e parcheggi, dotato di illuminazione, spogliatoi e tribuna coperta.  Ai margini del campo verrà realizzata una grande rotatoria che verrà collegata alla cosiddetta rotatoria “Zandri” attraverso una nuova strada e l’allargamento dell’attuale.  L’area del campo sportivo e quella del palazzetto dello sport saranno unite da una nuova strada che permetterà così di normalizzare la viabilità e di creare posti auto a servizio del palazzetto.

Ma non è tutto. Un altro impianto sportivo, sempre in sintetico, sorgerà dietro gli attuali spogliatoi dello stadio Tubaldi, un campo da “calciotto”, un antistadio in cui potranno disputare le proprie partite alcune squadre del settore giovanile e in cui potranno svolgere gli allenamenti tutte le altre società. L’antistadio verrà realizzato, come il nuovo campo sportivo di cui sopra, con capitali interamente privati, a costo zero per la collettività. La proposta infatti è pervenuta da una società specializzata nella realizzazione di campi sportivi la quale lascerà il campo a disposizione delle scuole e delle società sportive sino alle ore 18, mentre nella fascia serale l’accesso sarà a pagamento.

Si va dunque verso la nascita di una “cittadella dello sport” che vedrà tra qualche mese la presenza di due nuovi impianti (nuovo campo da calcio e antistadio) oltre ai già due già esistenti (stadio Tubaldi e palazzetto dello sport), una rilevante razionalizzazione dal punto di vista urbanistico che porta Recanati al pari di altre importanti città.

La speranza è che in un futuro non molto lontano possano trovare spazio in quell’area altre attrezzature sportive che vadano incontro alle esigenze di quelle discipline che vengono definite minori, ma che minori non sono.