Guidava ubriaco, e secondo la Procura anche sotto l’effetto di stupefacenti, quando al volante del suo pickup tagliò una curva puntando dritto contro la Lancia Musa di Rosaria Angeletti, osimana di 53 anni, senza lasciarle scampo. F. P., recanatese di 43 anni, ha chiuso i conti con la giustizia patteggiando una pena di due anni che gli ha consentito di beneficiare della sospensione condizionale della pena.

etilometroSecondo le conclusioni del Pm Andrea Laurino  erano proibitive le condizioni in cui l’artigiano recanatese s’era messo al volante la notte di sabato 22 agosto 2009. Già i test incrociati di laboratorio eseguiti negli ospedali di Osimo e Torrette avevano confermato il sospetto già emerso subito dopo l’incidente avvenuto in comune di Castelfidardo. F.P. aveva un tasso di alcol nel sangue pari a 3,16 grammi per litro, oltre sei volte di più del tasso limite (0,5) previsto dal codice della strada per il reato di guida in stato di ebbrezza.

I test di laboratorio avevano segnalato anche la presenza di sostanze stupefacenti, di tipo cannabinoide, in genere legate al consumo di hashish o marjuana ma il suo pegale, l’avv. Paolo Maggini, aveva spiegato che Francesco prendeva dei farmaci, che potrebbero aver alterato i risultati degli esami

Per questo il Pm Laurino aveva incaricato i vigili urbani di Castelfidardo di ispezionare il Suv Mitsubishi sotto sequestro in cerca di tracce di stupefacenti o di altre sostanze che possano aver alterato le doti psicofisiche del conducente.

Alla conclusione dell’inchiesta la Procura aveva chiesto il rinvio a giudizio di Piccinini per tre reati distinti: l’omicidio colposo stradale aggravato dall’uso di sostanze (per il quale il codice prevede pene da tre a dieci anni di carcere quando il tasso alcolemico è superiore a 1,5 g/l), la guida in stato di ebbrezza e sotto l’effetto di sostanze psicotrope.

Anziché affrontare un processo il giovane recanatese ha preferito patteggiare una pena complessiva di due anni tra reclusione e arresto e 2700 euro di ammenda.

Tramite il suo avvocato F. P. continua a sostenere di non essere assuntore si stupefacenti ed ammette che quella tragica sera aveva bevuto troppo, stato causato da problemi sul lavoro.