Mentre a Roma prosegue con successo la mostra dedicata a Lorenzo Lotto dove spiccano tre opere concesse dai musei recanatesi, a Villa Colloredo Mels prosegue l’esposizione della preziosa tela lottesca proveniente dal Quirinale della “Madonna con Bambino”, un olio su tela di cm 60x49, raramente visibile al pubblico trovandosi nella parte residenziale del Capo dello Stato.
La piccola tela, visibile fino alla fine a metà giugno (poi torneranno le tele esposte a Roma e sarà costruito un evento soprattutto legato al restauro del Polittico), certo destinata in origine alla devozione privata del committente, appartiene alle raccolte d’arte del Quirinale dove è collocata in un ambiente degli appartamenti imperiali.
Sfuggita all’attenzione degli studiosi specialisti del Lotto, è stata pubblicata la prima volta da Chiara Briganti (1973), che nel volume sul Palazzo del Quirinale scrive che “nella tenuta di Castel Porziano (Quintino Sella fece acquistare questa proprietà nel 1872 dai duchi Grazioli) proviene una bellissima Vergine col bambino attribuita dal Longhi a Lorenzo Lotto” e prosegue ricordano di averla ella stessa rinvenuta in una soffitta di Palazzo farnese.
In seguito il piccolo dipinto è stato più ampiamente commentato da Sgarbi (1978) che, riaffermando senza esitazioni l’autografia lottesca, ha posto in evidenza le difficoltà di una precisa definizione cronologica collocandolo comunque negli ultimi anni del terzo decennio “al culmine della maturità del pittore, singolarmente affine alla Madonna e santi di Jesi e alla Madonna col Bambino fra Tre Angeli già a Osimo”.
Pietro Zampetti volle presentare la preziosa e rara tela alla mostra sul maestro veneziano di Ancona (1981). Nella relativa scheda di catalogo ne propone una datazione attorno al 1526-27, a causa degli stretti legami di stile che ha con l’Annunciata di Jesi e con la Madonna della tavola sempre a Jesi, firmata nel 1526. Lo studioso inoltre avanza un’ipotesi sul possibile committente e su una originaria provenienza marchigiana dell’opera, legandola agli stessi duchi Grazioli, “tenuto presente che quella del Grazioli è una famiglia patrizia anconetana e che un Ludovico Grazioli viene ricordato dal Lotto nel suo Libro di Spese in diverse circostanze, facendogli anche il ritratto nel 1550”.