Si continua a parlare a Porto Recanati del fatto di sangue del gennaio scorso.  Ieri della prolungamento della chiusura del bar Asso di Cuori al cui interno è avvenuto l’omicidio, ora per la decisone della famiglia della vittima di costituirsi parte civile contro l’omidica.

Il fratello di Arian Shehag, il 40enne albanese freddato all’interno del bar, è arrivato in Italia e attraverso l’avv. Alessandro Brandoni si cistituirà parte civile per contro della famiglia. I congiunti di Shehag sostengono infatti che le tesi dell’omicida, il connazionale Armando Uka, non siano credibili e che questi abbia deliberatamente sparato e non per difendersi.

Come si ricorderà il 14 gennaio Uka, 25 anni,  sparò 4 colpi di pistola all’indirizzo di Shehag, al termine di una convulsa serie di litigi. Due colpi, uno mortale allo stomaco, raggiunsero la vittima, uno andò a vuoto, un quarto colpi un amico del morto.

Uka è accusato di omicidio volontario, lesioni personali e porto abusivo di arma da fuoco.

Ambedue i protagonisti sono pregiudicati.