100.000 euro di danni. Questo quanto chiesto da Ezio Ascani, patron del Babaloo, costituitosi parte civile nel processo a carico di un gruppo di taglieggiatori di locali della movida costiera arrestati dalla polizia di Macerata ed Ancona nel quadro dell’operazione” Gustav”, i cui leader sarebbero Marco Schiavi (è stato già condannato dal Gup, con la formula del rito abbreviato) e Salvatore Perricciolo - che ha seminato il terrore in tutto il litorale marchigiano, da San Benedetto a Fano. Estorsioni, droga e armi. Una scia di violenza che sembrava essere inarrestabile.

Ascani si è costituito parte civile contro Nicola Maria Giuseppe Bella, 37 anni, residente a San Benedetto, Alessandro Cavalieri, 36 anni, di Porto Recanati, Salvatore Roberto Perricciolo, 31 anni, di origini calabresi e residente a Montegranaro, e Alessandro Petrolati, 37 anni, di Castel Colonna (Ancona). Nel processo non è imputato Gianfranco Schiavi, soprannominato il Mastino, che come il figlio Marco, ha già definito la sua posizione davanti al Gup di Ancona. Stando alla ricostruzione accusatoria (in aula era presente il sostituto procuratore Cristina Polenzani) proprio Schiavi senior, per conto del sodalizio criminale, due anni fa avrebbe fatto da intermediario con i proprietari del Babaloo per offrire la protezione del clan.

Alcuni degli indagati avrebbero costretto Ezio ed Edoardo Ascani a pagare un pizzo, prima di mille euro al mese, poi di quattromila. In caso di mancato pagamento, il locale sarebbe stato incendiato.

In un’occasione Gaetano Abaco e Nicola Maria Giuseppe Bella avrebbero bloccato Edoardo Ascani mentre si stava avvicinando alla sua Porsche, minacciandolo con una pistola e facendosi consegnare le chiavi dell’auto. Prossima udienza il 15 marzo.

Babaloo_Disco