di Antonio Monaldi, ex capogruppo consiliare PdCI
Giulio Silenzi in una recente intervista, parlando di accordi tra forze politiche per le prossime amministrative, riconosce implicitamente il ruolo di governo che, insieme ad altri compagni del PdCI, abbiamo svolto durante tutta l’ esperienza amministrativa da lui guidata. Lo fa distinguendo il nostro ruolo da quello di RC. Mi pare che i comunisti, seppure separati nella coalizione, abbiano positivamente collaborato. Comunque lo ringrazio. Non sarà di certo sfuggita a lui, al capogruppo Mario Morgoni, agli altri amici e compagni del PD anche il positivo rapporto nella fase di opposizione ad una Giunta, quella di Capponi che, già nell’ ultimo periodo pre-commissariale, denotava segni di logoramento. Ci siamo caratterizzati in Consiglio e nelle commissioni, insieme alla Sinistra e alla Lista Territoriale, in modo unitario con il gruppo del PD.
Duole constatare che l’ impegno profuso per l’ unità della minoranza e per favorire il miglior rapporto possibile del gruppo consiliare del PD provinciale, non abbia sortito significativi risultati. Infatti, a distanza di tempo, si replicano “i contrasti latenti” che neanche il loro congresso provinciale ha permesso di superare. Dove si può andare, di questo passo, se personalità di grande esperienza e degne di massima stima, sono impegnate in una “querelle” a mezzo stampa a pochi mesi dal voto? Sembra di rivedere amplificate le difficoltà che portarono alla sconfitta del giugno 2009. In quella fase, a dire il vero, giocò negativamente soprattutto il quadro politico nazionale. Il Centro sinistra come noto vive su più anime. L’ IdV sembra essere uscita da una situazione interna delicata, SeL scalpita, forte dell’ immagine, tutta personale, di Vendola che, mi auguro, non vada “da Bertinotti” a prendere troppi consigli. Altre forze minori speriamo si possano caratterizzare positivamente. Il panorama progressista, a mio modo di vedere, necessita di una spinta per far ripartire, proprio da questi nostri territori ricchi di cultura, umanità e valori, il rilancio della saggezza collettiva
Mi pare di rivedere un film già visto nella mia Porto Recanati che ha consegnato al centro-destra, quasi 12 anni di direzione politica. Qualcosa di simile si è registrato anche a Civitanova Marche. Credo, non da oggi, che solo con un PD forte, unitario ed autorevole si possa realmente vincere il confronto politico. Le menti ci sono ma manca la “cultura dell’ alta politica” che non permette, neanche ai “giovani democratici”, come si è letto, di fare tanta strada. Di questo passo, quanto potrebbe andare lontano la coalizione? Indipendentemente dalle modalità di nomina del candidato presidente, il Centro-Sinistra tradizionale o allargato che sia, ha comunque bisogno della massima unità dei “democratici”. Per il collega (professionalmente inteso) Roberto Broccolo una difficile pratica da sbrigare. Ma chi se non un PD che sa giocare di squadra può svolgere il ruolo di perno e di raccordo di una coalizione il più possibile unitaria? Privilegiare programmi ed obiettivi come giustamente suggerisce Giulio Pantanetti e fare davvero squadra, aggiungerei, nell’ interesse dei nostri territori e della nostra gente.