Armando Uka, l’albanese che ha ucciso all’interno del bar Asso di Cuori a Portorecanati, un suo connazionale, il 40enne Ardjan Sheagh, residente a Recanati, è comparso davanti al GIP per difendersi dalla grave accusa di omicidio.
Il giovane, che ha freddato con due colpi di pistola il connazionale, e ferito un altro albanese, si è difeso con fermezza escludendo ogni premeditazione e fornendo un’immagine della vittima di grande boss della criminalità che lo stava vessando e da qui la sua reazione ai sempre maggiori sorprusi.
Per gli inquirenti comunque il rapporto tra i due è basato su attività delinquenziali e i furti in villa o lo spaccio possono essere stati motivo di un litigio poi sfociato nell’omicidio. Uka ha anche riferito che la pistola non l’aveva con se al momento della primaria discussione ma di averla presa poi (era nascosta in spiaggia in un posto dove si celano speso armi e droga, ha detto) con l’intento di intimorire Sheagh “che tutti sanno a Porto Recanati essere un boss della criminalità albanese con tanto di autista”.
La difesa di Uka si basa anche su alcune testimonianze dei soprusi e sulla rivelazione che sia lui che la vittima siano assuntori di cocaina e che la sera dell’omicidio Sheagh era su di giri. Tutte circostanze che gli esami tossicologici sulla vittima dovranno confermare. Serviranno almeno altri 20 giorni.
Uka ha anche fornito una dinamica dei fatti all’interno del bar molto diversa da quella originariamente fatta dagli inquirenti e che necessità di una serie di verifiche.
Il GIP ha convalidato l’arresto confermando la custodia cautelare in carcere. L’albanese è difreso dagli avv. Umberto Gramenzi e Cristiano Elisei.