Per esigenze esclusivamente investigative è sottoposto a sequestro penale il bar “Asso di Cuori” teatro del delitto di Ardjan Sheagh, il 40enne albanese freddato con tre colpi di pistola da un suo connazionale, Armando Uka, 25. Clandestino e con precedenti penali.

La chiusura del locale è certamente un grande danno per il titolare, Guido Capozzucca, nonostante l’esercizio sia completamente estraneo a fatti criminosi e “colpevole” solo di essere stato il teatro di un inaspettato epilogo.

Oramai gli inquirenti sono convinti che tutto sia scaturito per un regolamento di conti. Ma solo l’assassino, che si è trincerato dietro il silenzio, può fare luce su cosa abbia armato la sua mano.

Per la vittima, come è stato accertato dall’autopsia, fatale è stato il colpo di pistola alla spalla. Sheagh, disoccupato, in regola con il permesso di soggiorno, moglie e due figli a Recanati, era conosciuto alle forze dell’ordine.

Nel 2008 aveva sferrato a Roma, al suo datore di lavoro, ben 16 coltellate, fortunatamente non mortali. A suo carico anche reati contro il patrimonio. A Recanati non aveva ancora dato problemi.

Uka invece (difeso dagli avv. Gramenzi ed Elisei) aveva precedenti per essere stato trovato in possesso di denaro falso e cocaina.

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