PORTO RECANATI – A quasi dieci dalla sua scomparsa, dopo essere stata vista l’ultima volta in compagnia del fidanzatino all’Hotel House, e a quasi due anni dal ritrovamento di resti ossei nel terreno di una casa abbandonata nei pressi del condominio multietnico e che le analisi attribuirono alla giovane quindicenne, la Procura della Repubblica ha chiuso il fascicolo sulla morte di Cameyi Mosammet ed indicato quale autore dell’omicidio Monir Kazi (oggi 28enne), che avrebbe agito spinto da gelosia.
Indagini lunghe, meticolose e complesse quelle della Procura, ostacolate dalla non collaborazione delle autorità del Bangladesh che mai si sono attivate per rintracciare il giovane che pochi giorni dopo la scomparsa della fidanzatina lasciò l’Italia e che si presume si trovi nel paese d’origine asiatico.
La vicenda della scomparsa di Cameyi parte ad Ancona, dalla primavera del 2010, quando non si reca a scuola e scompare. Ricompare all’Hotel House con il fidanzatino, poco più grande di
Un particolare aveva colpito gli inquirenti: alle 12 la perdita del segnale del telefono di Cameyi. Alle 15 Monir accusa un malore e viene soccorso dalla Croce Azzurra, fatto su cui non fornisce spiegazioni. Emerge anche un’indagine precedente a suo carico per sequestro di persona e aggressione, vittima Cameyi.
Un quadro indiziario per ritenere necessario ascoltarlo sulla scomparsa della fidanzatina.
Scattano le ricerche ma gli esiti sono negativi. Viene anche setacciata la zona dell’Hotel House e perfino i laghetti della Pineta ma nessun elemento che possa aiutare gli inquirenti.
Il fascicolo rimane aperto ed irrisolto e viene tirato fuori dagli scaffali quando il 28 marzo del 2018 una pattuglia della Guardia di Finanza in attività antidroga nei pressi del casale che si trova dietro l’Hotel House nota un osso umano.
Il terreno poco prima era stato interessato da lavori che avevano smosso la terra e portato alla luce il frammento.
I medici legali non hanno dubbi: è un resto umano.
La storia rimbalza sulle cronache nazionali con grande risalto mediatico e per giorni troupe televisive presidiano la zona dove si concentrano le ricerche.
Iniziano due settimane di scavi condotti ininterrottamente dalla Polizia di Macerata, ed inizialmente anche dai VVF per mettere in sicuerezza un pozzo, per riportare alla luce altri eventuali resti.
Ne riaffioreranno oltre 60.
Ed un frammento di mandibola sarà determinante per l’identificazione.
L’esame del DNA conferma che si trattano delle ossa di Cameyi.
La Procura a quel punto indaga per occultamento di cadavere ed omicidio ed i sospetti da subito si concentrano su Monir che però ha da tempo fatto perdere le sue tracce.
La mamma di Cameyi, Fatema Begum, ora attende giustizia.
Il Procuratore Capo della Repubblica Giovanni Giorgio e la sostituto Rosanna Buccini nell’avviso di conclusione indagini indicano il bengalese Monir Kazi quale autore di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere.