Per sfuggire alla violenta reazione, dovettero cercare addirittura riparo in una abitazione del lungomare di Porto Recanati i finanzieri che avevano effettuato un’intervento per sequestrare merce contraffatta ad alcuni ambulanti senegalesi. Alla fine l’arrivo di rinforzi scongiurò il peggio e ora, a mesi di distanza, la GdF ha identificato il protagonista della “rivolta” e grazie proprio alla comunità senegalese che collabora con le istituzioni da tempo per far tornare alla normale convivenza civile tutto ciò che gravita intorno all’Hotel House.
I fatti, di cui ci siamo già occupati, risalgono all’estate scorsa. Le Fiamme Gialle stavano effettuando un servizio contro il commercio abusivo e di merce contraffatta. Ne avevano sequestrata una gran quantità quando è scattata la reazione dei venditori che avevano circondato minacciosamente la pattuglia fino a costringerla a cercare rifugio in una casa privata. Poco tempo dopo i finanzieri erano stati anche fatti oggetto di un lancio di pietre da un senegalese che era stato riconosciuto tra quelli che avevano guidato l’assalto alla pattuglia settimane prima.
Mesi di indagini e controlli di filmati ed alla fine M. T., 25 enne senegalese, non residente a Porto Recanati, è incappato nella rete della GdF attraverso alcuni filmati all’Hotel House dove si recava a trovare il padre. Oltre ai residenti ha avuto un ruolo anche l'Iman che sta conducendo la folta comunità musulmana al convincimento di una ricerca della legalità
Per lui ora una lunga serie di capi d’imputazione: commercio abusivo, contraffazione, minacce, resistenza