Aldo Benfatto, segretario provinciale della CGIL fa chiarezza sul rilievo mosso
“Non sono stati i lavoratori a presentare l’istanza di fallimento per la DF di Porto Recanati, ma i fornitori, che attendevano da tempo i pagamenti e che non avevano più speranze di averli. La verità è che Diaschi è sparito nel nulla. Ad agosto già c’erano le prime segnalazioni sul fatto che gli stipendi non erano stati pagati, e a fine mese, quando i dipendenti sono tornati in azienda per ricominciare a lavorare dopo le ferie, hanno trovato che la DF era chiusa: nessuno sapeva cosa fosse successo, e lui se ne è completamente lavato le mani. Ormai i dipendenti non si fidano più, troppe cose fanno si che non ci siano più le condizioni per riprendere l’attività. Ovviamente la CGIL avrebbe preferito tutelare i posti di lavoro, evitare la chiusura di un’attività, ma in questo caso non è possibile purtroppo. La mattina dell’udienza sul fallimento, mi sono presentato in rappresentanza dei lavoratori in Tribunale a Macerata, e li ho trovato altri creditori, sette ditte della zona. Ho porvato a chiedere loro se potevano valutare l’ipotesi di un rinvio, nel caso Diaschi avesse ripreso la DF, ma nessuno di loro ha acettato. Ci sono imprese che aspettano ancora pagamenti consistenti, e che rischiano a loro volta di fallire a causa delle seclte fatte dall’amministrazione della DF. Tutta la vicenda prima e dopo la cessione è stata mal gestita, e i primi a pagare sono i lavoratori, che ora non sono certo in condizione di dare fiducia a qualcuno”.