La mancata traduzione in lingua araba dei capi d’imputazione potrebbe portare alla scarcerazione di tre dei sei imputati dell’omicidio di Loffty Drayf, 25 anni, avvenuto un anno fa. Un efferato delitto che vide impegnati decine di carabinieri in una maxi operazione tesa ad assicurare gli autori alla giustizia.

Il tunisino, dopo un selvaggio pestaggio e torture varie, venne abbandonato nei pressi dell’Hotel House e morì per le percosse subite pochi giorni dopo.Aula-Tribunale

Le indagini condussero agli arresti dei tunisini Trabelsi Taher, Wassim Dardori e El Bechir Bouomrani, accusati con il connazionale Ben Alì Faycal e l’ucraina Ganna Prokofyeva, dell’uccisione.

E sarebbero i tre nordafricani, accusati di omicidio premeditato, ad aggrapparsi al cavillo procedurale della mancata traduzione in arabo del capo d’accusa, per uscire dal carcere.

I termini di misura cautelare scadono il 13 dicembre e di dovrà procedere in questo breve lasso di tempo a riformulare con la traduzione il capo d’imputazione dopo che il GUP Enrico Zampetti ha ritenuto fiondata l’eccezione sollevata dai legali dei tre, gli avv. Alessandro Brandoni, Federico Valori e Rossano Romagnoli. I tre potrebbero essere espulsi oppure il Pm potrebbe chiedere una proroga della custodia cautelare.

Intanto il processo è stato però fissato per il 18 gennaio in Corte d’Assise: sul banco degli imputati gli unici sicuri per ora sono la ventenne ucraina agli arresti domiciliari Ganna Prokofyeva, assistita dall’avvocato Giulio Abate e per Ben Alì Faycal, difeso dall’avvocato Vando Scheggia, ritenuto il mandante del pestaggio sfociato in omicidio e ancora in carcere. Parte civile sarà la famiglia di Loffty Draif, assistita dall’avvocato Riccardo Sacchi  che chiede un risarcimento di un milione e mezzo di euro.

Quale scenario si profila per i tre tunisini autori materiali del pestaggio? Fra poco scadono i termini della misura cautelare e siccome i tre imputati sono privi di permesso di soggiorno, una volta rimessi in libertà dovranno essere espulsi coattivamente. Per fissare una seconda udienza preliminare, invece, i tempi sono ben più lunghi. Una volta notificata la chiusura delle indagini in tunisino, i legali infatti avranno venti giorni per presentare le memorie difensive. Per quel giorno, dunque, i tre tunisini potrebbero essere già stati rimpatriati.

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