di Gabor Bonifazi
E’ proprio vero che il mare è di tutti quelli che lo sanno ascoltare. Sapevamo che i venditori di noce di cocco anticipavano il proprio arrivo gridando un fresco “cocco bello”. Come pure che molti bamboccioni sono vezzeggiati con un affettuoso “cocco di mamma”, ma non sapevamo di un oscuro e indefinibile “el cocco de torre”. Il significato di questo termine che ha il sapore di leggenda ci viene offerto da Mario Giri detto “Sigarì”, per via di quel maledetto toscano che tiene perennemente tra le labbra.
Giri, un passato da “sciabicotto” prima e di play boy dopo, pur non essendo vecchio come quel Santiago de “Il vecchio e mare” ha un bell’aspetto e un bel modo di raccontare le esperienze e soprattutto le avventure che l’hanno investito fin dalla più tenera età, cioè quando faceva parte della ciurma di famiglia.
A volte quando la sciabica ribolliva, sembrava fosse piena di pesce e poi una volta tirato il sacco a riva non c’era nulla. Il più vecchio ammoniva che c’era “el cocco de torre”».
Infatti era costume interpretare il tutto come l’anima di un pescatore che era morto nel mare antistante: el cocco de torre appunto. La leggenda c’è stata confermata da Carlo Pandolfi, un vecchio pescatore con l’età vicina a quella del pescatore reso famoso da Hemingway e che ha aggiunto nuove storie tra cui quella del gigante sul ponte alla foce del Potenza, della pipa che prende fuoco e del pescatore di Civitanova che, uscito il giorno dei morti: «…quando salpò la rete trovò un lumicino acceso nel sacco». Infatti la tradizione vuole che i pescatori non lavorino quattro giorni l’anno: il 1° Maggio, il giorno di Natale, il 1° dell’anno e appunto il giorno dei morti.
Mario Giri ci ha raccontato anche l’avventura capitatagli con una enorme tartaruga: «Avrà avuto centocinquanta anni ed era ricoperta di ostriche. Non ricordo chi l’avesse pescata, ma ricordo che era stata legata con una cima al pluviale della casa di “Cacamarenghi” (Carlo Alberto Pandolfi Ndr). Quando la tartaruga si riprese prendendo la via del mare, trascinò dietro di sè il pluviale e la grondaia della casa di Berto. Fui io a tagliare la cima e rendere libera la tartaruga che s’inabissò.
Mario Giri è un uomo libero che dopo l’adolescenza trascorsa sulla spiaggia a tirare la sciabica ha iniziato a solcare il mare con una vongolara di famiglia e nelle notti d’inverno racconta ai nipoti le storie di mare e spesso recita il primo verso de “L’Uomo e il Mare” di Baudelaire: “Sempre il mare, uomo libero, amerai!”.