di Gennaro Ferrara, ingegnere
MONTELUPONE - A causa dei tanti incidenti anche mortali, sia sui posti di lavoro, sia in eventi pubblici, negli ultimi anni le norme e le leggi sulla sicurezza sono aumentate a dismisura, talvolta risultando difficili da digerire specie per i costi che ne derivano.
A farne le spese spesso e volentieri sono i privati che prima di ogni attività (come è giusto che sia) devono preoccuparsi della sicurezza dei propria dipendenti e dei propri ambienti. Ecco che tutti devono premunirsi di un DVR, predisporre di personale informato, formato ed addestrato alle proprie mansioni e all’affrontare le emergenze, realizzare piani di evacuazione e di sicurezza, predisporre impianti antincendio, presidi di primo soccorso e chi più ne ha più ne metta.
Fin qua nulla da eccepire, in Italia muoiono ancora troppe persone sul posto di lavoro e gli indicenti con incendi e/o esplosioni sono all’ordine del giorno.
Ciò che diventa inaccettabile invece è quando le istituzioni pubbliche, puntigliose ed inflessibili verso i propri cittadini, invece diventano flessibili e tolleranti nei propri confronti.
Basta aggirarsi per i corridoi del comune per accorgersi che gli estintori tutti a terra e non segnalati non sono a norma… ma poco importa caro cittadino, l’importante è che tu abbia pagato l’IMU.
Un ascensore permette ai disabili di accedere ai vari piani, tuttavia non essendo antincendio lascerebbe il disabile bloccato fra le fiamme … ma poco importa cittadino disabile, l’importante è che tu abbia pagato l’IMU, poi ti faremo una targa commemorativa.
Non va meglio neanche per i cosiddetti “normodotati”, infatti in caso di emergenza non vi è una mappa che indichi le uscite di sicurezza e se per caso la via da cui sei entrato dovesse essere inagibile, non preoccuparti caro cittadino che hai pagato l’IMU, buttati dalla finestra e vedrai che non ti scotterai.
Se poi approfondiamo l’indagine ci accorgiamo che la faccenda si fa più seria e grottesca. Infatti se per caso ti imbatti in uno dei dipendenti che risulta essere anche un’addetto antincendio e gli chiedi di vedere il piano di emergenza, questo ti risponderà: “Non lo so, io non l’ho mai visto”.
Poi tutti cercando all’impazzata un piano che forse nessuno hai mai letto, probabilmente neanche chi l’ha scritto e allora viene da pensare: cara amministrazione, tu che vuoi bene ai tuoi dipendenti, che in caso di incendio devono caricarsi sulle spalle il disabile di turno e raggiungere le scale di emergenza cercando di non inciampare sugli ostacoli presenti, gli spieghiamo che un addetto antincendio è tale solo quando è stato predisposto un piano di evacuazione nel quale vengono descritte per filo e per segno tutte le procedure da seguire in caso di necessità? E soprattutto cara amministrazione, vediamo di consegnare loro una copia del piano, altrimenti potrebbe sembrare che tale documento non esista!!! Ma noi siamo certi che ci sia! Giusto?
In realtà l’amministrazione tace, forse starà cercando fra i propri cassetti un fascicolo impolverato con su scritto Piano di emergenza o forse lo sta scrivendo di sana pianta. Così mestamente esci dall’edificio non prima però di aver notato un impalcatura in una stanza bloccare il solaio forse pericolante.
Incuriosito dalla nuova attrazione ti avvicini, e noti che non esiste un cartello segnaletico di un qualsivoglia cantiere, non è presente nessuna prescrizione, nessuna recinzione che eviti un utilizzo improprio di un attrezzatura edile di cui la legge 81/08 descrive e prescrive dettagliatamente l’uso e l’utilizzo. Eppure tutti possono entrare in quella sala e fare ciò che vogliono con quell’impalcatura, ignari che se qualcuno si fa male i procedimenti penali scattano anche se sei sindaco!
E allora preoccupato per le sorti di tutti i dipendenti, lavoratori e fruitori dello stabile non puoi che rivolgere un accorato appello all’amministrazione: visto che viviamo in un territorio a rischio, non sarebbe opportuno avere maggiori attenzioni in materia e sicurezza, provvedendo da subito ad adeguarsi alla norma?