RECANATI - Un’inchiesta del quotidiano il Resto del Carlino, condotta da Franco aliVeroli, su dati del Sole24Ore, ci da la bella o brutta notizia, a seconda di come la si legga, che il 19% dei recanatesi non paga le tasse, l’81% si e che quel 19% è ben sotto la soglia d’infedeltà fiscale che in provincia si attesta al 20.6%. La stima dei contribuenti potenziali è 7560 unità, 1453 contribuenti mancanti quelli individuati.

I nostri “cugini” di Porto Recanati invece sono infedeli al fisco per il 20% della popolazione. Sono 7751 invece i contribuenti potenziali del Porto, e 2973 contribuenti mancanti.

Ecco il testo del servizio di Franco Veroli

Sono 46.255, in provincia di Macerata, i contribuenti Irpef mancanti, ignoti alla Agenzia delle Entrate perché ufficialmente non lavorano, fortemente indiziati di essere evasori fiscali. E’ quanto emerge dall’indagine del Centro Studi Sintesi condotta per Il Sole24Ore che si traduce in un tasso di infedeltà fiscale pari al 20.6% (la differenza tra contribuenti Irpef potenziali e quelli effettivi). Una stima, dunque, riferita soprattutto all’economia sommersa, in cui si annidano tante persone che, pur non presentando alcuna dichiarazione, fanno lavori retribuiti in nero, non di rado part time. E, poi, ci sono quelli che, anche se dichiarano un reddito, non è detto dichiarino tutto. Nessuna pretesa di scientificità, dunque, ma un quadro verosimile di quella che è stata chiamata la shadow economy, l’economia in ombra, con un fiume di denaro che sfugge al fisco.
L’indagine ha preso in esame i Comuni sopra ai 10mila abitanti. E se i nostri centri presentano percentuali ben lontane dai peggiori (il primo in graduatoria è Palma di Montechiaro, in provincia di Agrigento, con un tasso d’infedeltà fiscale pari al 60%), non per questo il fenomeno è meno rilevante.

 La città più virtuosa è Macerata, con un tasso di infedeltà del 14, 7%; seguono Civitanova con il 16,5%, Recanati, con il 19%, Matelica con il 19.2%, Porto Recanati con il 20%: sono le più virtuose, tutte al di sotto della media nazionale (20.1%). Sopra la media si collocano Tolentino con il 20,5%, Corridonia con il 21.6%, Potenza Picena con il 21.9%, San Severino con il 22.6% e, infine Morrovalle, con il 26.6%, maglia nera della provincia. Se, poi, confrontiamo questi dati con i Comuni più virtuosi, allora la situazione diventa ancor più preoccupante. Il migliore è San Michele al Tagliamento, una cittadina di 12mila abitanti in provincia di Venezia, dove solo 18 contribuenti potenziali sfuggono al fisco, con un tassi di infedeltà di appena lo 0.2%.

 Il fatto è che l’attuale congiuntura economica rischia di far aumentare il sommerso e, con esso il numero degli “invisibili” al fisco. Proprio nelle scorse settimane i numeri resi pubblici dalla Direzione Territoriale del Lavoro hanno tracciato un quadro tutt’altro che rassicurante, anche se evidenziano allo stesso tempo come siano cresciute e siano sempre più efficaci le azioni messe in atto per contrastare il fenomeno. Una tendenza denunciata anche dai sindacati, e spesso legata alla precarietà. «Nell’incertezza del lavoro, ma anche del proprio futuro in generale, e tenendo conto di retribuzioni basse, la tentazione di lavorare al nero e avere qualche soldo in più per vivere meglio almeno il proprio presente è molto forte».

Non solo. C’è anche chi opera in nero e propone di lavorare in nero sostenendo che se si ripettassero le regole, non si riuscirebbe ad andare avanti: non è certo un caso che ai vertici della “black list” compilata dal Centro Studi Sintesi ci siano Comuni del sud, evidenziando anche in questo caso un divario profondo con le realtà settentrionali.
Infine è evidente che la maggiore o minore fedeltà al fisco sia determinata anche dai contesti: laddove prevale il lavoro dipendente, specie se pubblico, la potenziale evasione si presenta necessariamente più ridotta. A titolo di curiosità: il tasso di infedeltà di Ancona è dell’8,5%, quello di Ascoli Piceno del 13.7%, quello di Pesaro del 14.8, quello di Fermo del 21.7%.